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RACCONTARE NAPOLI PER COMPRENDERE....

Venerdi 15 aprile,presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale (ingresso piazza Trieste e Trento) ,ore 17,30-19,30 il prof. Giacomo Di Gennaro, Docente di Sociologia, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli Studi "Federico II"di Napoli e il Prof. Mario Rusciano, Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali, Università degli Studi "Federico II" di Napoli presenteranno il Volume “LE DUE NAPOLI, Scritti di Domenico Pizzuti.Un gesuita sociologo,Introduzione e cura di Lucio Pirillo, Giannini Editore,Napoli 2011. - “Raccontare” Napoli per comprendere,attraverso gli occhi e la mente di un gesuita di frontiera, napoletano, che vive da oltre vent’anni, a Scampia, è un’impresa ardua. Nella sua scrittura Napoli si scompone. Come nel passo del De Civitate Dei di S. Agostino da una parte viene alla luce una città secolarizzata, dall’altra una città che con la sua capacità quotidiana di disciplinarsi e sperare si mette alla ricerca dei propri tradizionali valori. Di fronte all’ incapacità di guardare lontano, da parte della politica politicistica, sotto la penna di questo gesuita sociologo viene proposto per Napoli il recupero di una realistica e nello stesso tempo utopica visione strategica del futuro. Intrecciando le due Napoli fa capolino una inedita continuità tra la Napoli degli anni ’30 guardata da scrittori e filosofi “nichilisti” (come Jean Paul Sartre) e quella di oggi, garantita dal “senso” di una spazzatura “rinascimentale”. Per facilitare l’approccio a questa Napoli abbiamo raccolto gli scritti di Domenico Pizzuti in sei sezioni: Politica, Camorra, Rom, Chiesa,Scampia, e Bollettini di Vigilanza Civile. Come una sentinella, dal suo osservatorio Pizzuti rilegge ed analizza le vicende che caratterizzano gli ultimi anni della città: la fine di una stagione politica e di un sistema di governo personalistico, la afasia di una società civile sgomenta di fronte alle ripetute emergenze modellate su quella della “monnezza”, la criminalità organizzata, come disvalore aggiunto dell’ area napoletana e campana e dei suoi intrecci con la “borghesia camorristica”, i gironi di vita, virtuosi o meno, del quartiere Scampia con il “Cristo degli spacciatori” che torreggia davanti al Lotto P. E’ riportata alla luce dall’autore l’invivibilità non invisibile del campo nomadi non autorizzato di Scampia. Qui lo studioso confessa di avere incontrato la “Madonna con le bambine”, ci informa di aver riportato in un blog di vigilanza civile gli appelli per la rimozione della “monnezza”, e scrutina la presenza sulla scena pubblica della chiesa di Benedetto XVI e del card. Crescenzio Sepe—certo,quest’ultimo, un attore sociale che non passa inosservato. Nella comprensione dei fatti la lettura evidenzia una salda fede nell’etica pubblica, una partecipazione civile tessuta, in un connubio di fede e giustizia e soprattutto un’attenzione alla vita dei ceti meno privilegiati da promuovere. Come sottolinea nella sua nota di riflessione il procuratore di Salerno Franco Roberti, è urgente ridefinire a Napoli il senso della cittadinanza nel terzo millennio!

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