CAMPANIA: ATTO GRAVE PROROGA DIRIGENTI
NAPOLI, 1 FEB - “La proroga ai dirigenti con contratto a tempo determinato in servizio presso la Regione Campania è un atto grave della Giunta che, a poche settimane dalle elezioni, ha deciso di rinnovare i contratti in scadenza il 15 febbraio prossimo di altri cinque anni, con ripercussioni pesanti sulle aspirazioni di tanti lavoratori”.
E’ l’accusa del consigliere regionale, Gianfranco Valiante, dopo il provvedimento della Giunta regionale di prorogare di un altro quinquennio i contratti dei dirigenti in servizio con contratto a tempo determinato presso la Regione Campania. “E’ stata una forzatura - aggiunge Valiante - una decisione adottata senza mettere a concorso alcun posto, senza tener conto di alcuna graduatoria, senza trasparenza e con atti poco chiari.
Un provvedimento che, di fatto, limita la carriera professionale di tanti lavoratori regionali e estromette dipendenti in attesa di un miglioramento della propria carriera”.
Gianfranco Valiante sostiene la protesta di circa trecento dipendenti regionali che hanno minacciato un’azione legale contro la Giunta, per la diffida dell’organo e la richiesta di sospensiva dei contratti che si andranno a stipulare di qui a due settimane. “Una decisione assunta - conclude Valiante - per protestare contro un colpo di mano della Giunta che è ormai in scadenza di mandato”.
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ANSA
Regionali: il 7 febbraio primarie Pd in Campania
(ANSA) - ROMA, - Il Pd scegliera’ il proprio candidato per le regionali in Campania con le primarie il 7 febbraio. Tra gli alleati non partecipera’ l’Idv. Lo ha riferito il segretario regionale del Pd, Enzo Amendola. Dopo la riunione della direzione nazionale del partito, svoltasi ieri. Anche in Calabria si attendono decisioni circa il ricorso alle primarie. Bersani: e’ una decisione che sara’ presa a livello locale
Dunque ,amici lettori,“vorrei ..parlare con voi tra dieci anni..
Se allora,come purtroppo devo temere per tutta una serie di motivi,sarà sopravvenuta da lungo tempo l’epoca della reazione;se di ciò che certamente molti di voi e anch’io,come dichiaro apertamente,abbiamo desiderato e sperato,si sarà realizzato poco,forse non proprio nulla,ma almeno apparentemente qualcosa – è assai probabile che ciò non mi lascerà affranto,ma saperlo costituisce certamente un peso interiore - allora mi piacerebbe davvero vedere che cosa ne è stato di quelli di voi che adesso si sentono autentici “politici…” e partecipano all’ubriacatura che questa rivoluzione rappresenta.
Vorrei davvero vedere che cosa è “ divenuto “ di costoro nel senso interiore della parola:sarebbe di certo bello se si potesse allora dire con i versetti del sonetto 102 di Shakespeare:
il nostro amore era giovane,appena nella sua primavera,
allor ch’io solevo salutarlo co’mieicanti,
simile a Filomena che in sul cominciare dell’estate canta
ma tace al sopraggiungere della stagione inoltrata.
Ma le cose non stanno così. Non abbiamo davanti a noi la fioritura dell’estate,ma in primo luogo una notte polare di gelida tenebra e di stenti,quale che sia il gruppo che ora risulterà esteriormente vittorioso….E infatti,dove vi è il nulla,non soltanto l’imperatore ma anche il proletario ha perduto i suoi diritti.
Quando questa notte sarà lentamente trascorsa chi sarà ancora vivo di coloro la cui primavera ha ora avuto una fioritura apparentemente cosi rigogliosa? E che cosa sarà allora divenuto interiormente di tutti loro? Amarezza o filisteismo …?….In ognuno di questi casi io trarrò questa conseguenza: costoro non sono stati all’altezza del proprio agire,non sono stati all’altezza nemmeno del mondo quale è realmente né della sua quotidianità:non hanno avuto,oggettivamente e di fatto,nel senso più intimo la vocazione per la politica che ritenevano invece di avere in se stessi .
( Max Weber La politica come professione )
NAPOLI ANNO ZERO -Conversazione metropolitana con Lucio Pirillo. Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura. A cura di Corrado Castiglione. Edizione Intra Moenia, Napoli 2009, pagg. 212. € 12,00.
Napoli Anno Zero… di Pierluigi Mele
-fonte -
http://www.nuovi-lavori.it/newsletter/section.asp?sid=23&iid=81 -
Scritto da due protagonisti della società civile napoletana, Lucio Pirillo (ex presidente provinciale delle Acli di Napoli, ex assessore della prima giunta Bassolino, attuale Presidente dell’Uneba) e da Corrado Castiglione (cronista politico del quotidiano il Mattino), il libro “Napoli Anno Zero. Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura” si pone come, ricordano gli autori, una sorta di autobiografia e di riflessione-confessione sulle varie stagioni politiche della Napoli contemporanea.
Lungo il periodo preso in considerazione dai protagonisti di questa lunga conversazione “metropolitana”.
Che si svolge letteralmente in tredici stazioni della metro : “tredici stazioni, tredici fermate: ce n’è di tempo per scambiarsi opinioni, per ricostruire passaggi e per spiegarsi in qualche modo quello che avviene a Napoli e in Campania, ritrovando radici e percorsi impossibili a vedersi in superficie”.
Dunque Napoli senza sole, per andare nel profondo e provare a comprendere le ragioni della disgregazione della città. L’atteggiamento serve “per raffreddare letture della realtà da comode strumentalizzazione di parte , fra chi ritiene che l’emergenza-rifiuti sia solo l’emblematico terminale di una classe dirigente (di centrosinistra come di centrodestra ) giunta al collasso e chi di fronte ai cumuli d’immondizia predica catastrofismi soltanto perché cerca nuovi posizionamenti”.
Così quarant’anni di speranze, d’illusioni e delusioni della politica napoletana sono passate al vaglio critico degli autori senza reticenze.Si fanno nomi e cognomi dei protagonisti della politica, quella buona e quella cattiva, e del mondo cattolico napoletano (quella della Chiesa partenopea è una realtà difficile cui non sono mancate linee di profezia, in particolare negli anni del post concilio).
Una città che si allontana sempre più dall’Europa.
Nella loro analisi, ma quella di Pirillo in particolare, c’è un certo pessimismo sulle possibilità di riscatto di questa splendida e complicata città.
Il libro, comunque, offre elementi per un possibile destino positivo. Una “palingenesi” per un nuovo inizio? A leggere le cronache il dubbio diventa forte, e le vicende della corruzione portano a pensare questo, ma forse una speranza può venire da una “metanoia” di tutti gli attori in questione: “Penso che il ceto politico campano debba confessarsi in senso agostiniano – dice Pirillo -. Cioè riconoscere le responsabilità della sua storia di governo, alle quali risale gran parte del mancato sviluppo culturale e civile della città. C’è un filo che lega destra e sinistra, il notabilato tradizionale e progressista di Gava e Valenzi e il compromesso di sistema da Bassolino e Iervolino”. Per questo la città di Napoli ha bisogno di parole di verità sulla sua storia recente.
Napoli Anno Zero, Conversazione metropolitana con Lucio Pirillo. Cattolici e politica dal ’68 ai giorni della spazzatura. A cura di Corrado Castiglione. Edizione Intra Moenia, Napoli 2009, pagg. 212. € 12,00.
Antonio Di Pietro …Processo Bassolino:veleno al posto del concime
Così nel tempo si è confuso il recupero ambientale delle cave,
il ripristino morfologico delle aree interessate,
in altre parole la bonifica
con la messa a discarica
di materiale imbevuto di fanghi tossici.
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Hanno inondato i terreni della Campania con tonnellate di rifiuti spacciandoli per frazione organica stabilizzata. Il veleno al posto del concime. E tutto a spese dei contribuenti italiani.
Un’altra udienza illuminante del Processo Bassolino, che si celebra a Napoli nell’aula bunker del carcere “Poggioreale”, fa capire come l’intreccio tutt’altro che virtuoso tra imprese e apparati burocratici con poteri illimitati abbiano provocato danni irreversibili al territorio di una delle regioni più vaste d’Italia.
Un sistema messo a punto grazie all’ormai consolidato “metodo dell’emergenza” che rende i “commissari straordinari” figure fuori da ogni controllo, mentre le imprese più forti si dividono la torta dei finanziamenti in ballo.
Veleno al posto del concime.
Ascoltando le testimonianze delle due consulenti, che hanno risposto alle domande dei Pubblici Ministeri Paolo Sirleo e Giuseppe Noviello, viene fuori come uno dei passaggi fondamentali del ciclo dei rifiuti, così come previsto dal mega-contratto stipulato dopo il 2002 tra il gruppo Impregilo-Fibe-Fisia Italimpianti ed il commissario straordinario per l’emergenza ambientale, fosse completamente privato di ogni efficacia.
Secondo il piano straordinario le imprese avrebbero dovuto costruire 7 impianti di produzione Cdr e stabilizzazione dei residui organici e due inceneritori.
Il ciclo prevedeva che della massa dei rifiuti in circolazione il 35% si trasformasse, dopo un meticoloso trattamento, il combustibile da rifiuti da destinare all’incenerimento. Un altro 35% di materiale organico da stabilizzare e rendere, di fatto, materiale da concime. Un’altra percentuale, attorno al 5%, materiale ferroso così da conferire in discarica solo il 15 % del totale.
Ed è sul trattamento del 30% di FOS, frazione organica stabilizzata, che si è concentrata l’attenzione della quinta sezione penale del Tribunale di Napoli, presieduta da Maria Adele Scaramella, ascoltando la testimonianza di due consulenti FIBE e FISIA che hanno raccontato come nel confronto tra teoria e pratica, le stesse imprese lasciassero uno spazio abissale.
Lorella Rossi e Paola Muraro hanno spiegato la delicatezza del processo di stabilizzazione della componente organica del rifiuto, che consiste nel rendere inerte la parte “viva” dei rifiuti grazie all’azione svolta dalla componente microbica degli stessi che in condizioni termiche (temperatura attorno ai 55 °C) e di umidità ottimali si trasforma fino a divenire materiale innocuo per l’ambiente.
Ma negli impianti fu rilevata, oltre alla scarsa preparazione del personale, una non continua efficienza degli impianti che spesso si fermavano alterando il processo di stabilizzazione.
La volontà delle testimoni di non danneggiare oltremodo le imprese per le quali hanno svolto attività di consulenza, si è scontrata con le incalzanti domande dei pubblici ministeri che, in alcuni passaggi, le hanno fatte cadere in contraddizione.
Infatti loro stesse, con delle mail sequestrate nel corso delle perquisizioni, sollecitavano i responsabili delle imprese perché svolgessero con perizia un lavoro fatto, invece, con molta approssimazione.
Nelle due linee di trattamento dei rifiuti organici, a volte, si è fatto finire del tal quale che, ovviamente, non poteva essere stabilizzato.
Così nel tempo si è confuso il recupero ambientale delle cave, il ripristino morfologico delle aree interessate, in altre parole la bonifica con la messa a discarica di materiale imbevuto di fanghi tossici.
LAURO/BASSOLINO: QUANDO A NAPOLI COMANDAVA UN DON
BASSOLINO : SUA DELEGITTIMAZIONE STUDIATA DALLA DC A TAVOLINO
NAPOLI
- La vita pubblica e privata, il mito che egli stesso ha contribuito a creare, le esuberanze e gli errori di Achille Lauro, il ritratto di un uomo che ha segnato la storia di Napoli a partire dal secondo dopoguerra. Presentato oggi a Napoli alla libreria Guida di Port’Alba “‘O Comandante”, un libro del giornalista Carlo Maria Lomartire.
Alla presentazione c’erano, tra gli altri, l’autore e il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino,. Uomo politico, armatore, presidente della squadra di calcio del Napoli, proprietario del quotidiano ‘Il Roma’, fondatore dell’emittente televisiva privata Canale 21, sindaco di Napoli, populista, monarchico, anticomunista e ‘qualunquista’, quando Achille Lauro, per i napoletani ‘don Achille’, diventa primo cittadino, entrano in Giunta i suoi fedelissimi e vengono rilasciate licenze edilizie e migliaia di persone sono assunte senza la necessaria copertura finanziaria. Il municipio è sull’orlo della bancarotta e a nulla servono le richieste di Lauro di una ‘legge speciale’ per Napoli, perché nel frattempo da Roma è arrivato l’ordine di ‘distruggerlo’.
La delegittimazione della sua figura “venne studiata a tavolino”, afferma Bassolino. “Poi arrivò un risultato elettorale inatteso - aggiunge il governatore - la vittoria del partito monarchico in Sardegna. Da quel momento la Dc mise in moto la potenza dello Stato contro Lauro”. Il libro non poteva tralasciare poi gli anni di Lauro e il film di Dino Risi ‘Le mani sulla citta”.
“Lauro, però, è stato molto altro - dice l’autore - mi è sembrato una cosa ideologicamente forzata perché fenomeni come quelli dell’edilizia sono esistiti prima e dopo Lauro”.
Tutte le città, per Lomartire, “hanno bisogno di leader, di un progetto. Mi domando, però, come mai, a Napoli, così spesso e in epoche storiche differenti, speranze fortissime producano delle frustrazioni”. Il riferimento è anche alla figura del governatore campano Antonio Bassolino del quale Lomartire afferma: “Il suo è un percorso significativo. Tutti gli sforzi e le idee iniziali, come ad esempio il famoso Rinascimento napoletano, hanno portato, però, a uno sbocco frustrante”.
“L’armatore non è stato uomo di partito - sottolinea Lomartire - ed era espressione di una politica di destra, Bassolino è invece cresciuto all’interno del partito, su posizioni differenti”.
A tracciare differenze e similitudini con Achille Lauro è lo stesso Bassolino evidenziando come, per certi versi, “la storia si ripete”. “Come lo sciopero dei netturbini e lui, di tasca propria, a pagare molti arretrati”. “Tutti e due - riflette Bassolino - siamo stati sindaci di una città come Napoli in momenti difficili, il dopoguerra e quello che è stata quasi una guerra tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90”, cioé Tagentopoli. “La vicenda di Lauro - conclude il governatore - si muove su questi due binari: da un lato il legame con Napoli, dall’altro la vicenda nazionale quando lui comprende che da solo non ce la fa se da Roma non mettono in campo risorse e interventi”.
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ANSA
ELEZIONI REGIONALI 2010:Centro di questi giorni
rassegna stampa
di Mimmo Carratelli (da: La Repubblica del 18 gennaio)
Tempo di Avatar. Si annunciano gli avatar, candidati trascendentali per le prossime elezioni regionali. Senza primarie, con le primarie, avatar di carriera e della società civile. La loro immagine apparirà quanto prima sui muri della città. Volti di scambio. Non spaventatevi. Confezionati nei laboratori del potere. Faticosamente elaborati. Confusamente concepiti. Disordinatamente schierati. Astutamente frenati. Ci sono e non ci sono. Un gioco a nascondino.
Per ogni avatar un sussulto, un pissi-pissi bau-bau, un accordo, un veto, una guerra. E non si muove avatar che l’Udc non voglia. A sinistra vanno e vengono i commissari di guerra. Se ne va Gianni Morando che ha cantato inutilmente, arriva Millevacche. Non cavano un avatar dal buco. De Luca o gli affetti speciali dell’avatar Cascetta, l’amato del Governatore? Suggestioni universitarie gli avatar Pasquino, ultima statua parlante, e Trombetti che dell’università facea Trombetti. A destra un tira e molla. Boh chi molla. Lettieri oggi e domani. Caldoro (Letta e sottoscritto).
D’Amato che a nulla amato andar perdona. Miller e una notte. Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace all’Udc. Centro di questi giorni. Sotto scacco la destra e la sinistra. Che Casini! Riaperti. I giochi. Il paggio Pier Ferdinando guarda e non favella. Aspetta, spera, promette, non giura. Non sceglie, non scioglie. Ride il prode avatar di Afragola, spasso dopo spasso. Dopo di lui il di lui. Il suo di candidato. L’asso di bastone, del capo bastone. Si muove l’antico avatar di Nusco. Converge parallelamente. Disegna, designa, piglia e spariglia. Da Afragola a Nusco, l’asse nella manica. Ah Mendola! Caos apparentemente calmo. Chi si presenterà? Chi vincerà? Suprema incertezza fra destra e sinistra. Casini andrà di qua, andrà di là? Qualcosa bolle nel pendolo.
C’è chi deve essere protetto…..
Spezzoni del discorso in parlamento del 92, processo del 93, intervista ad Hammamet del 97
UNEBA :La Iervolino deve 25 milioni agli orfanelli: istituti a rischio chiusura
rassegna stampa
fonte il giornale.it sabato 16 gennaio 2010
Una settantina di istituti (80% cattolici, il restante 20% laici), che ospitano a semiconvitto oltre tremila tra bambini e ragazzi a «rischio» sono a un passo dalla chiusura, perché il comune di Napoli, da oltre due anni, non paga le rette per il loro mantenimento.
I 70 istituti complessivamente vantano un credito di circa 25 milioni di euro nei confronti dell’amministrazione comunale guidata da Rosa Russo Iervolino.
Ma, oltre al danno, anche la beffa, per i sacerdoti e operatori che ospitano nei loro istituti questi tremila minori, inviati dai servizi sociali del Comune e dalla Fondazione Banco di Napoli che, a differenza del comune, paga puntualmente le sue rette.
Infatti il sindaco Iervolino e l’assessore alle Politiche sociali, Giulio Riccio (Prc), non perdono occasione durante le loro uscite pubbliche per «vantarsi del loro fiore all’occhiello, cioè l’infanzia a rischio, per la quale sostengono di fare tantissimo», spiega don Aniello Manganiello, parroco di Santa Maria della Provvidenza a Scampia e a capo della Fondazione Don Guanella, che si occupa di oltre 250 minori a rischio.
Ogni mese il Don Guanella, che ospita ragazzi provenienti dai peggiori quartieri di Napoli (Scampia, Secondigliano, Miano e Piscinola), spende circa 90 mila euro per mandarli ogni giorno a scuola, per impegnarli in attività sportive e teatrali e, soprattutto, per tenerli lontani dalla camorra. Il duo Iervolino-Riccio gli deve un milione e 200mila euro. «Ora ci stiamo indebitando con le banche per andare avanti» ammette don Manganiello.
Antonio Cicia, segretario generale della Campania dell’Uneba (ente nazionale di assistenza e beneficenza) dal quale dipendono i 70 istituti, spiega: «La situazione è disastrosa. L’assessore Riccio ha detto che per fine mese potrebbe pagarci un paio di mensilità ma è poco. È a rischio anche il lavoro di duemila operatori, che comunque ricevono puntualmente il loro stipendio».
NAPOLI è…