GRAZIE P.CARD. CARLO MARIA MARTINI di Domenico Pizzuti

Settembre 5, 2012 by admin · Comment
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GRAZIE P.CARD. CARLO MARIA MARTINI

Nella giusta celebrazione della figura di Carlo Maria Martini,
in occasione del suo transito, ci interessano non tanto e non solo i
suoi meriti nel dialogo con il mondo e nel rinnovamento
dell’insegnamento cristiano, quanto l’uomo di fede, il credente che
apre verso i cieli della vita eterna.

Così è stata colta la sua
tranquilla morte da non credenti come Eugenio Scalfari: “Lui,
nell’immagine di quell’attimo finale, ha certo pensato che stava
varcando la porta della vita eterna, E io penso che l’abbia pensato e
questo mi consola della sua perdita”.

E questa escatologia serena fa
bene in un tempo di rimozione anche da parte della comunità cristiana
della vita oltre la morte per l’immersione nel presente.

Personalmente ritengo che occorra meglio mettere in luce quanto
la sua esperienza apostolica con credenti e non credenti abbia
contribuito a sviluppare la sua comprensione cristiana e quindi a dare
tono al suo magistero.

Devo dire che anche le mie piccole esperienze
pastorali a Scampia in questi ultimi anni, accompagnate dalla
riflessione, mi hanno fatto accrescere la comprensione della parola di
Dio incarnata da condividere con i fedeli.

Perciò non cali il silenzio su questo religioso (gesuita) ed
ecclesiastico (Arcivescovo di Milano) che ha saputo dare con libertà ed
onestà culturale risposte non confezionate ai problemi religiosi e
morali degli uomini di oggi.

Un magistero non alternativo, che ha
trovato risonanza in credenti e non credenti, ma che ha contribuito con
sapienza e ponderatezza ad illuminare i problemi come lo scriba
evangelico che estrae dal suo tesoro”nova et vetera”.

Grazie P. Carlo Maria Martini!

Con la famiglia Con la Costituzione

Marzo 26, 2010 by admin · Comment
Filed under: politica e cattolici 

rassegna stampa
avvenire
IL MANIFESTO DEL FORUM PER LE REGIONALI

di FRANCESCO RICCARDI
Venti aspiranti governatori e quasi 500 candidati consiglieri hanno firmato
Oggi sono ancora le barriere ideologiche a frenare un’adeguata valorizzazione di questa risorsa per l’intera societa’
il manifesto del Forum delle associazioni familiari «Per una Regione a misura di famiglia». Si tratta certamente di un successo, che lascia ben sperare per l’avvio della nuova legislatura, se alle firme apposte seguiranno comportamenti coerenti.
Ma insieme è anche la riprova di come, purtroppo, sul tema della famiglia si fatichi a superare certe barriere ideologiche.
Non si riesca a intendersi bene su ‘cosa’ sia ancora e sempre la famiglia e quale debba essere, pur nelle legittime differenze di opinioni e strategie politiche, l’approccio metodologico corretto da seguire per sostenerla.
Un passo indietro per comprendere. Il manifesto del Forum, offerto ai candidati di tutte le liste come base di impegno in vista della tornata elettorale, propone «qualche idea di politiche per la famiglia». Sono sei punti relativi alla tutela della vita umana; i beni relazionali; l’educazione, la scuola e la formazione; il mondo del lavoro; il sociale e il sistema fiscale, declinati prima a livello generale e poi specifico per ogni regione nella quale si va alle urne.
Fondamentale è la premessa – «Ricominciamo dalla Costituzione» – nella quale si ricordano la definizione della famiglia scolpita nell’articolo 29, i doveri e diritti dei genitori fissati nell’articolo 30 nonché l’impegno della Repubblica ad agevolare la famiglia inserito nell’articolo 31. Vengono infine richiamati gli articoli 117 e 118 nei quali si specificano i compiti amministrativi degli enti locali e si sottolinea in particolare il principio di sussidiarietà e di valorizzazione delle autonome iniziative ‘dal basso’ dei cittadini.
Il manifesto del Forum, dunque, non è un documento confessionale, non parla della visione cristiana citando il catechismo, ma declina i valori costituzionali, laici, nella realtà italiana, indicando una serie di piste operative. Rispetto alle quali, ovviamente, si può essere più o meno d’accordo riguardo alla loro efficacia oppure alla scala delle priorità o ancora rispetto agli strumenti suggeriti, ma che trovano appunto la loro radice naturale nella nostra Carta fondamentale. Quella stessa Costituzione che da più parti viene spesso sbandierata, qualche volta persino brandita, sempre giustamente difesa quale collante della coesione sociale del Paese.

Eppure, se si analizza la ‘geografia’ dei firmatari, ci si accorge di come il tema della famiglia sia assunto quale priorità – almeno nelle intenzioni – dai candidati dell’Udc e dalla gran parte di quelli del Pdl e della Lega.

Sembrerebbe invece interessare solo una minoranza dei politici di una grande forza popolare come il Partito democratico e poco o nulla gli esponenti di un movimento, l’Italia dei valori, che pure della legalità e del rispetto della Costituzione ha fatto la sua bandiera.
Della Carta, però – così come di quei valori fondamentali che più volte sono stati richiamati in questi ultimi giorni – non si può prendere solo ciò che appare congeniale, senza guardare al disegno complessivo e al metodo di intervento indicato.
Di fatto, prima ancora della scarsità delle risorse e delle differenti ricette, sono le barriere ideologiche a frenare un’adeguata valorizzazione della ‘risorsa famiglia’. Riconoscere che la famiglia è un bene in sé per l’intera società riesce ancora difficile a molta parte del mondo politico.
Spaventa evidentemente la soggettività che la famiglia stessa può dispiegare, se viene appena appena sussidiata.

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini….

Marzo 7, 2010 by admin · Comment
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La Lettera a Diogneto è un testo cristiano di autore anonimo, risalente al II secolo e proveniente dall’Asia Minore.

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale.

Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale.
Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri.
Ogni patria straniera è patria loro, e ogni patria è straniera.
Si sposano come tutti e generano figli, ma non gettano i neonati.
Mettono in comune la mensa, ma non il letto. Sono nella carne, ma non vivono secondo la carne. Dimorano nella terra, ma hanno la loro cittadinanza nel cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, e con la loro vita superano le leggi.
Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati.
Non sono conosciuti, e vengono condannati.
Sono uccisi, e riprendono a vivere.
Sono poveri, e fanno ricchi molti; mancano di tutto, e di tutto abbondano.
Sono disprezzati, e nei disprezzi hanno gloria.
Sono oltraggiati e proclamati giusti.
Sono ingiuriati e benedicono; sono maltrattati ed onorano.
Facendo del bene vengono puniti come malfattori; condannati gioiscono come se ricevessero la vita. Dai giudei sono combattuti come stranieri, e dai greci perseguitati, e coloro che li odiano non saprebbero dire il motivo dell’odio.