NAPOLI,LE PRIMARIE NON FINISCONO MAI !

Febbraio 23, 2011 by admin · Comment
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Le primarie finiscono davanti al giudice
di Simona Brandolini
23 febbraio 2011
rassegna stampa
fonte - il Corriere del Mezzogiorno-
Ricorso d’urgenza: ufficiali giudiziari nelle sedi di Pd, Sei, Verdi e socialisti

Alla fine le primarie sono finite in Tribunale.
L’avvocato Francesco Saverio Lauro ha citato in giudizio tutto il centrosinistra, il comitato organizzatore e il collegio di garanzia. Ieri nelle sedi del Partito democratico, Sinistra e libertà, Federazione di Sinistra, Verdi e socialisti, infatti, si è presentato un ufficiale giudiziario per notificare un ricorso d’urgenza ex articolo 700.
Motivo?
Conoscere la verità sulle primarie. Rispondere alla semplice domanda: chi le ha vinte? Andrea Cozzolino o Umberto Ranieri.
L’ex presidente dell’Autorità portuale, nonché animatore dell’associazione Libertà e giustizia che ha organizzato l’unico faccia a faccia tra candidati durante la campagna elettorale delle primarie, è tra i molti che si sono sentiti presi in giro dal mancato verdetto e successiva archiviazione.
«Ed essendo avvocato – spiega Lauro -, oltre che uno dei 44 mila fessi che hanno votato alle primarie, ho fatto quello che trovavo giusto: chiedere che venga ripristinata una verità.
Chiunque sia il vincitore e qualsiasi cosa poi accada».
E dunque ha scritto un lungo ricorso d’urgenza, visto che c’è il pericolo, in caso si trovi un candidato nelle prossime ore, che mai verrà verificato cosa è accaduto quel maledetto 23 gennaio.
«La politica a cui sono abituato – spiega con forza – è per il rispetto delle regole, non per il superamento politico delle stesse. Il mio non è un atto ostile, piuttosto amico, soprattutto dei napoletani. So che verrà criticato, ma la mia non è antipolitica, è un’esigenza di trasparenza e la richiesta di un ripristino delle regole».
Non è detto che il giudice accetti le argomentazioni addotte, «ma non importa – prosegue l’avvocato -. Resterà agli atti che un cittadino napoletano si sia sentito in diritto e in dovere di citare un partito affinché facesse ciò che aveva promesso.
E’ vero che sul piano formale le primarie non sono regolamentate, ma sono nello statuto di un partito che ha una sua soggettività. Io chiedo che il giudice ordini di riunire il collegio di garanzia affinché termini ciò che aveva cominciato».
Ovvero l’esame dei ricorsi presentati all’indomani delle primarie da Umberto Ranieri, Libero Mancuso e Nicola Oddati. Un esame interrotto poi dagli opposti integralismi, dalle accuse di brogli a Cozzolino, dalle polemiche e da una resa dei conti infinita che ha portato, e non è la prima volta, al commissariamento del partito provinciale.
«I partiti si erano spogliati della responsabilità di scegliere un candidato – termina Lauro -, dandola ai cittadini. Che hanno risposto. Che la loro scelta, qualsiasi essa sia, passi in cavalleria mi è sembrato profondamente antidemocratico».

CAPODANNO CINESE A NAPOLI

La missione fallita dello Stato sociale:Napoli capitale delle mamme-bambine che non hanno nemmeno 18 anni.

Febbraio 20, 2011 by admin · Comment
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di Antonio Galdo
-rassegna stampa -
il mattino- 19-02-2011
Primato nazionale di gravidanze sotto i 18 anni -
La percentuale delle minorenni è l’1,9 di tutte le partorienti:
più alta rispetto alla media italiana, dell’1,5 per cento e ancora di più di quella della Campania, ferma all’1,1 per cento.

Il dato emerge dal rapporto che Il Mattino ha consultato e che sarà pubblicato nel «Profilo di comunità 2010-2012» realizzato dal Centro interistituzionale di Asl e Comune.

Sono madri per caso,
per ignoranza,
forse per noia.
Un bebè al giorno nasce così, tra le braccia di mamme poco più che adolescenti.

Sono 639 le madri in Campania al di sotto dei 18 anni, censite in un anno (nel 2008) attraverso i rilevamenti effettuati sulla base dei certificati di assistenza al parto.
Una su tre vive a Napoli,
dove si segnala il «baby boom»: 197 nascite.
Boom nei quartieri delle periferie, zero nascite a Chiaia e Posillipo.

A Posillipo e al Vomero le baby-mamme non esistono, le statistiche non ne contano neanche una.
È come se il malessere sociale comprendesse, quasi in modo automatico, una sfida, costruita sull’impasto della rassegnazione e dell’indifferenza, alla maternità, al naturale e meraviglioso desiderio che le donne posseggono dalla nascita.

È come se queste ragazze fossero condannate a un destino di precarietà, di incertezza, di perdita di senso, trascinando nel buio di una vita fragile quanto povera di prospettiva anche i loro figli.
Più che un parto, si sceglie una maledizione.
Il dolore piega la gioia, la sofferenza delle madri condanna allo stesso destino, una buia successione, anche chi viene dopo.

In secondo luogo il primato delle baby-mamme segnala la frana delle istituzioni di base della convivenza civile, la scuola e la famiglia.

Pensate: otto partorienti su dieci non sono sposate, soltanto il 21 per cento studia, e il 10 per cento ha abbandonato la scuola dopo la licenza elementare.

Così l’idea di famiglia sfuma nella nebbia di una maternità che non ha bisogno di punti di riferimento, di bussole.
Non c’è neanche il desiderio di disporre del proprio corpo a piacimento, oppure il sogno di condividere con un’altra persona la più straordinaria avventura che un uomo e una donna possono realizzare insieme.
Non esistono più sentimenti, passioni.
C’è solo un vuoto che, meccanicamente, si riempie attraverso un atto compiuto nella più totale irresponsabilità.
E, come è facile intuire, in una drammatica solitudine.
Quanto alla scuola, le baby-mamme dimostrano la sua abdicazione, il venire meno delle sue funzioni formative nel nome di un relativismo che colpisce al cuore le ragazze, troppo piccole anche solo per essere accusate di una colpa.
La vera colpa, piuttosto, è la nostra, di chi le ha viste, le vede tutti i giorni, e le lascia sole, alla deriva di una vita che si spegne troppo presto, prima ancora di iniziare.

NAPOLI:Primarie, troppe spese: al Santobono solo 15mila euro

Febbraio 18, 2011 by admin · Comment
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18 febbraio 2011

di Adolfo Pappalardo
fonte
il Mattino

Sia chiaro sono comunque 15mila euro (per la precisione 15.359 e 40 centesimi).

Ma la cifra che i partiti di centrosinistra hanno deciso di donare all’ospedale Santobono è lontana dai quasi 44mila incassati il 23 gennaio.

Perché tra rimborsi, spese di manifesti e affissioni e un rimborso rapina (sì, c’è anche questa voce) sono stati spesi 27,733mila euro e 60 centesimi.

E pensare che nella stragrande maggioranza dei casi sono state usate sedi di partito o associazioni che non hanno preteso un euro.

Nero su bianco, è quanto emerge dal bilancio consuntivo presentato dal comitato organizzatore, su insistenza dei Verdi.

In totale i1 23 gennaio sono stati incassati 43mila euro.
Mille in meno rispetto al numero dei votanti (44.048).
E quindi è lecito ipotizzare come nessuno sia andato oltre la cifra minima per votare fissata dal regolamento in un euro e che qualcosina sia andata persa per strada.
Torniamo al bilancio.
La voce più consistente è rappresentata dalla campagna informativa:

3mila e 850 euro sono andate via per la stampa dei manifesti e 3mila per le affissioni.

Mentre oltre mille euro sono stati usati per il sito internet e la web radio.
Corposa anche la spesa della macchina organizzativa:
930 euro come contributo sedi e 2500 euro per allestire il quartier generale del Palapartenope.

E sempre in questo capitolo c’è la voce «rimborso rapina»: 480 euro.
Probabile che il comitato abbia deciso di ripianare i danni subiti da alcuni elettori (in un seggio dell’Avvocata furono costretti a consegnare denaro, cellulari ed oggetti di valore ad un rapinatore).

Quasi 3mila euro (2mila e 710 euro, per la precisione) sono stati usati per stampare le schede e i registri mentre 2,2mila euro sono stati necessarie per l’acquisto delle scatole e per le contestate ricevute di voto che hanno alimentato le accuse e i veleni sui voti comprati.

Duemilacento euro sono andati via per collaborazioni e, tra le altre cose, 400 euro per carta e toner, 800 per i telefoni e 1500 euro per spese last minute.

Bilancio pubblicato nelle stesse ore in cui il centrosinistra rimane ancora alle prese con il nodo candidato sindaco.

È ormai chiaro: i vertici nazionali del Pd puntano tutte le carte sul magistrato Raffaele Cantone che rimane fermo sulle sue posizioni.

Anche ieri ha ribadito la sua decisione chiarendo di non aver mai chiesto di conoscere in anticipo i nomi dei candidati nelle liste.
Stamane intanto il commissario del Pd Andrea Orlando incontrerà (convocazione alle ore 8.30) i consiglieri regionali e i parlamentari democrat napoletani per fare il punto della situazione.
Mentre ieri sera ha incontrato i presidenti delle sezioni democrat. «Basta liti, polemiche sulle primarie», dice da quest’inizio settimana, in ore considerate calde e soprattutto cruciali.
Ci vorrebbe una moratoria alle iniziative e l’abbandono a qualsiasi riferimento sulle primarie, è il ragionamento.
Eppure ieri Umberto Ranieri, arrivato secondo dopo Andrea Cozzolino alle consultazioni di gennaio, nell’annunciare un incontro per lunedì pomeriggio presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sembra rinfocolare le polemiche.
Perché spiega come «Il mio impegno per Napoli non termina qui.
Della difficile battaglia per contribuire a liberare Napoli da clientele e favoritismi, da una politica che ha trasformato i diritti in favori, c’è bisogno come il pane.
Incoraggiato da tanti napoletani animati da una forte passione civile, mi sento personalmente impegnato a condurla».

A NAPOLI LE PRIMARIE DELLE TASSE !I conti di sedici anni di emergenza rifiuti

Febbraio 17, 2011 by admin · Comment
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Saranno i campani a pagare per gli sprechi che si sono accumulati in sedici anni di emergenza rifiuti.

I Comuni che hanno accumulato debiti nei confronti della Protezione civile per le emergenze rifiuti in strada potranno far pagare ai propri cittadini bollette più care,aumentando l’accisa sull’energia elettrica:lo stabilisce il decreto milleproroghe approvato dal Senato.
I Comuni della Campania dovranno restituire 360 milioni di euro

Il Comune di Napoli ha accumulato fino al 2007
87 milioni di debiti,
poi ha firmato un accordo per restituirli in dieci anni facendoli sottrarre ai trasferimenti erariali.

Se questa amministrazione o quella che sarà eletta a maggio decidesse di aumentare l’accisa si calcola che ogni napoletano sarebbe costretto a sborsare quasi mille euro ( in dieci anni) per ripianare il debito.
Tutte le spese andranno, infatti, a incidere sulla Tarsu.

PRIMARIE A NAPOLI,Bersani:”passo dopo passo”

Febbraio 13, 2011 by admin · Comment
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Ranieri fa un passo a destra,
Cozzolino fa mezzo passo indietro,
Roberto Saviano passa,
Lucia Annunziata passa via,
Raffaele Cantone non è passato,
De Magistris fa un passo avanti,
Libero Mancuso fa un passo a sinistra,
Inconstante fa un passo sotto,
Paolo Mancuso fa un passo sopra,
Oddati fa piccoli passi,
Andrea Orlando passa per caso,
Rosy Bindi si ferma al passo carrabile,
Veltroni fa un passaggio in India,
Bersani fa un passo,
D’Alema passa e dice amen.
Cominciano a passeggiare
Salvatore Piccolo, Peppe Russo, Teresa Armato, Tonino Amato, Lello Topo, Ciro Cacciola, Eugenio Mazzarella,Pasquale Ciriello , Francesco Borrelli, Leonardo e Berardo Impegno, Francesco Barra Caracciolo, Amedeo Lepore,ecc.

Sostiene… Peppone: noi del “93″ risponderemo:presente !

“QUEL GUAZZABUGLIO DELLE PRIMARIE” di Enrico Ricciuto

Febbraio 12, 2011 by admin · Comment
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rassegna stampa
fonte
CORRIERE DEL MEZZOGIORNO NA
12 febbraio

Quel guazzabuglio delle primarie
Caro direttore, da lettore del Corriere del Mezzogiorno, ho condiviso le sue riflessioni sulla questione delle primarie tenutesi il 27 gennaio scorso, ma, il contenuto della intervista a Raffaele Cananzi, presidente della commissione di garanzia, di cui il sottoscritto, in qualità di rappresentante del Partito Socialista ha fatto parte, mi impone o, meglio, mi autorizza a raccontarle i fatti di cui sono stato protagonista.

Il giorno successivo a quello del voto, nella sede del Pd, la commissione di garanzia si riunì per esaminare i ricorsi relativi ai gravi e documentati casi di brogli relativi al voto.
Mentre la commissione era riunita per l’esame dei ricorsi, intorno alle ore 20.30, un gruppo di facinorosi presentatisi con cartelli a favore del candidato Cozzolino, interruppe i lavori, che furono aggiornati all’indomani.

Martedì la commissione continuò i lavori stabilendo di completarli per giovedì 31 gennaio.

In tale data, essendo ormai completata l’istruttoria, il sottoscritto per il Partito Socialista e i rappresentanti di Sinistra e Libertà e della Federazione della Sinistra, chiesero che si deliberasse in ordine ai ricorsi.
A questo punto, il rappresentante del Pd, comunicandoci la decisione del commissariamento del suo partito, ci invitò a sospendere le riunioni, in quanto qualunque decisione fosse stata presa, sarebbe stata sostanzialmente inutile.

Il sottoscritto, che ha sempre creduto e crede ancora nella serietà delle primarie e nel diritto dei cittadini al risultato, quiunque esso sia, si dimise dalla commissione, dichiarando che la volontà di non decidere, di fronte a ciò che era stato riscontrato, fosse offensiva della propria dignità e di quella degli elettori.
Leggendo le dichiarazioni del presidente Cananzi di ieri:In sede politica si sia affermata la volontà di andare oltre i due candidati…
Noi non dobbiamo indicare il vincitore in astratto delle primarie, ma il candidato a sindaco di Napoli… Il risultato non era lo scopo del contributo sono ancora più convinto di avere fatto la cosa giusta.

E’ ovvio che nessun cittadino, nessuna persona che ha creduto e partecipato alle primarie potrebbe accettare questi ragionamenti, che, sono convinto, rafforzerebbero le convinzioni di intellettuali come Saviano e Cacciari sulle irregolarità verificatesi.
Non è così che si rispettano i partecipanti alle primarie.
Il Partito Socialista ha più volte invitato il presidente Cananzi, telefonicamente e per iscritto di riunire la commissione di garanzia per deliberare. Tuttavia, a oggi, ciò non avviene.

Enrico Ricciuto
Rappresentante del Partito Socialista nella commissione di garanzia per le primarie

CONFUSIONE:’laRete’,Leoluca Orlando,la Primavera di Palermo,il ruolo dei Padri Gesuiti e il Movimento “Napoli per Napoli”

Febbraio 7, 2011 by admin · Comment
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Gentile Direttore del corriere del mezzogiorno (Napoli),
leggiamo
con meraviglia che “la costruzione della “rete” napoletana è appena
iniziata. Il giovane giornalista che Domenica 6 Febbraio sul‘Corriere
del Mezzogiorno’ ha evocato, gratuitamente e con giudizi impropri,
‘laRete’ , Leoluca Orlando, la Primavera di Palermo e il ruolo dei
Padri Gesuiti non ricorda che il Movimento de “la Rete” è stato
presente a Napoli in tre consiliature comunali, ha avuto in Campania
quattro parlamentari nazionali e poi assessori e consiglieri comunali,
come in ogni Regione d’Italia.

In pubblicazioni recenti sugli anni ’
90 ci si è dimenticati, anche da parte di autorevoli Autori, di
sottolineare il ruolo de “la Rete” in quegli anni. E, invece, negli
anni ’90 quasi quotidianamente la cronaca cittadina (vedi, tra l’altro,
“Napoli anno zero” ed. Intra Moenia) ne riportava l’attività politica
certamente non gradita al tempo dai massimi responsabili dei Partiti,
che, dopo 18 anni, hanno prodotto elementi che, simili a loro, citando
Max Weber, “non hanno avuto, oggettivamente e di fatto, nel senso più
intimo la vocazione per la politica”, come dimostra il panorama
politico di oggi.

E’ assolutamente improprio ricordare un’esperienza
di altissima qualità, un’iniziativa di rinnovamento della politica di
livello nazionale per presentare un Movimento “Napoli per Napoli”,
appena apparso in una manifestazione cittadina pre-elettorale e al quale
auguriamo di ben lavorare. Del resto, lo stesso Movimento neonato
limita il proprio impegno all’ambito cittadino, come risulta dalla
sigla; nasce in un altro contesto storico e non si richiama né potrebbe
richiamarsi alla “Rete” di Leoluca Orlando e quindi stupisce l’
accostamento proposto e il tentativo di operare paragoni.

E poi “la Rete” di Orlando,
Galasso,
Dalla Chiesa,
Fava,
Novelli,
Mancuso,
Caponnetto
non era un movimento di cattolici,
né di cattolici integralisti.
Lo dimostra il lavoro in tre Legislature.
La laicità, propria del cristianesimo e dei cattolici,
veniva vissuta dai cristiani
presenti come grande valore.

Resta, in alcuni ex ed attuali dorotei
ed in ex ed attuali inciucisti,
democristiani e comunisti,
una grande…
invidia per una storia, che andrebbe semplicemente esaminata e
rispettata per ciò che ha espresso, per chi la ha rappresentata e
vissuta, per la sua laicità e per il suo rigore etico, per come si è
sviluppata e per come ha deciso di terminare…una straordinaria
esperienza di lievito culturale, in una realtà, quella di sinistra e di
destra, troppe volte affaristica, incolta e provinciale.
Non solo al Sud.

Noi consigliamo, in futuro, di scegliere un termine di paragone
qualitativamente diverso .
Il richiamo evocato esporrebbe “Napoli per Napoli” a brutte figure.

Con cordialità,
Arnaldo Capezzuto, già coordinatore cittadino di Napoli
Francesco de Notaris, già coordinatore regionale e Senatore
Lucio Pirillo, già Consigliere Comunale e
Assessore prima Giunta Bassolino

I cattolici rompono gli indugi, è pronta la «Rete» napoletana di Gimmo Cuomo

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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rassegna stampa -
6 febbraio 2011
il Corriere del Mezzogiorno

A differenza di quella palermitana, caratterizzata dall’esasperato giacobinismo in salsa gesuitica, la «Primavera napoletana» potrebbe assumere le sembianze più rassicuranti dei volontari, cattolici e non, disposti, finalmente, a compiere il balzo dal, pur utile, impegno prepolitico a quello politico vero e proprio, mettendo in preventivo la possibilità di «sporcarsi» le mani all’interno delle istituzioni.

Il clima in città è pesante, dunque astrattamente favorevole agli azzardi calcolati. Le condizioni ci sono tutte. I partiti sono in piena crisi: il Pd è dilaniato da un’antica faida interna, il Pdl altrettanto è spaccato e incapace di esprimere il candidato a sindaco;

il cardinale Crescenzio Sepe, che spesso, di fronte alla delegittimazione delle istituzioni, ha svolto un utile ruolo di supplenza, in occasione dell’apertura del Giubileo per Napoli ha sottolineato «l’esigenza diffusa di una stagione di rinascita» non solo religiosa ma anche «civile e sociale».

Sulla scorta di questo appello alla mobilitazione, pochi giorni fa il movimento «Napoli per Napoli» ha gettato la maschera, non escludendo la possibilità di una partecipazione diretta al prossimo confronto elettorale per palazzo San Giacomo.

A guidarlo non c’è un leader carismatico, ma non immune dagli eccessi populisti come l’allora cinquantenne Leoluca Orlando,
ma tre personalità flemmatiche molto conosciute e stimate in città:
Sergio Sciarelli, economista di chiara fama e presidente del cda del teatro Mercadante,
Mario Di Costanzo ex consigliere nazionale dell’azione cattolica, attualmente impegnato a guidare la Consulta dei laici della Curia napoletana e
Gian Paolo Leonetti dei conti di Santo Janni, sovrintendente del Pio Monte della Misericordia.

Una settimana fa la prima uscita pubblica al Circolo artistico politecnico in Piazza Triste e Trento.

«Ma — assicura Di Costanzo — ci saranno presto altri incontri anche nelle periferie perché non si pensi che il nostro movimento è uno dei tanti salotti della Napoli bene».
Va ricordato che un legame tra il movimento e le gerarchie ecclesiastiche non esiste.
Nessun ecclesiastico, infatti, ha finora (e probabilmente non lo farà nemmeno in futuro) assunto il ruolo di ufficiale di collegamento tra i laici e la Chiesa.
Una cosa è certa: la volontà dei promotori del movimento di orientare e non subire l’offerta politica dei partiti, senza escludere anche le opzioni più estreme.
«Siamo un cantiere aperto»,
spiega Di Costanzo:
«L’unico punto fermo è rappresentato dal rifiuto di pacchetti preconfezionati.
Per esempio, potremmo impegnarci in favore di quel candidato a sindaco che
annuncerà la squadra di governo prima delle elezioni.

So bene che si tratta di una provocazione e che difficilmente un aspirante primo cittadino deciderà di scontentare prima del voto tutti quelli che nutrono aspettative.
Appunto non escludiamo nemmeno la possibilità della lista civica».
Già la lista civica, l’ipotesi estrema.
Nel movimento si ragiona anche di altro.
Per esempio della possibilità di chiedere ai partiti l’impegno su punti programmatici ritenuti fondamentali e un’adeguata rappresentanza che possa garantire il rispetto dei patti.
Ma ogni opzione ha le sue controindicazioni.
L’ipotesi della lista civica dovrebbe fare i conti col sistema elettorale.
E pur vero che quello per il Comune, modulato su due turni, prevede la possibilità di apparentamenti. Ma è altrettanto vero che, in caso di ballottaggio, la scelta di sostenere l’uno o l’altro candidato rischierebbe di mandare in frantumi l’unità del movimento costruito sulla base della pluralità culturale.

Se, viceversa, prevalesse l’idea di inserire candidati nelle liste già in campo, si correrebbe il rischio di risultare esclusivamente portatori d’acqua, destinati a soccombere nel confronto con i grandi collettori di preferenze.
Ma il movimento cresce, e sta stabilendo rapporti con altri soggetti della società napoletana a cominciare dalla Cisl, guidata in Campania da Lina Lucci che già ha auspicato che le forze sociali partecipassero alla stesura dei programmi.
«Ho molto apprezzato le parole di Lina alla nostra assemblea», conclude De Costanzo:
«allo stesso tempo do atto alla Cisl nazionale di aver dimostrato grande coraggio nell’assumere posizioni che l’hanno esposta a critiche». E poi ci sono le altre associazioni, i comitati, tutti quei soggetti che sono ancora una volta tentati di varcare la soglia della politica.

La costruzione della «rete» napoletana è appena iniziata.

Dopo aver letto P.Pizzuti S.J. di Francesco Denotaris

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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Caro Padre, Lei ne avrà viste tante di Associazioni allo
“statu nascenti”! E’ un buon testimone, non di quelli che si comprano
in tribunale per qualsiasi testimonianza. Me ne accorgo dai giudizi,
dalle osservazioni, che pone in occasione della presentazione del
Movimento di opinione “Napoli per Napoli”. I promotori sono
personalità degne di stima e che motivano ogni attenzione.
Nascono, talvolta, questi Movimenti in occasione di elezioni perchè cittadini
pensosi e insoddisfatti mettono insieme idee, convincimenti comuni,
desiderio di respirare aria nuova e cercano consenso per iniziative
comuni.
Non sempre, purtroppo, “salgono” in politica (non si scende in
politica…) e si offrono al giudizio degli elettori. E’ anche vero
che ognuno ha una vocazione, ha sensibilità, ha aspirazioni tali da
giocarle in ambiti che non sempre sono quelli classici di una
competizione elettorale. Ed è giusto che sia così perchè ognuno deve
offrire il proprio contributo rispettando la propria vocazione.
Come Lei osserva, i partecipanti appartenevano a “categorie della borghesia
di stampo professionale, imprenditoriale, accademico…” insofferenti
e insoddisfatti per “i mali e la gestione della città“.

Ritengo che queste aggregazioni siano un arricchimento per la nostra Città e
certamente non vanno etichettate, come accade troppo spesso, ed ancora
una volta concordo con Lei nel dire “non corretta la definizione data
dalla stampa del movimento come espressione del volontariato civile e
cattolico”.
Se così fosse saremmo in presenza di un depauperamento
della potenzialità che il Movimento ha e che, comunque, ha
intercettato già tanti concittadini, direi anche non cattolici.
Sommessamente Le confesso che non si contano i concittadini
giustamente critici che, al momento del voto, rinforzano i peggiori.

Caro Padre, ho letto il Suo intervento e ci sarebbe molto da dire
anche sulla domanda che Ella pone in conclusione.
Ma come entrare nella modernità?
Mi permetta dire una banalità; se non riportiamo i bambini a scuola,
tutti a scuola, se non compiamo un grande sforzo per
risanare il nostro patrimonio edilizio, se non daremo un lavoro
dignitoso e vero a tutti, se non daremo una casa a chi non la ha, se
non garantiremo salute e assistenza a chi ne
ha diritto, se tutti insieme non ci libereremo dalla mentalit
camorristica (vedi discorso di Benedetto XVI in Piazza del Plebiscito)
sarà sempre più difficile, forse impossibile parlare di Napoli “nel
contesto europeo”. E dico di Napoli, della Città tutta intera con i
suoi abitanti.

VOCI DELLA SOCIETA’ CIVILE: PER QUALE CITTA ? Di Domenico Pizzuti

Febbraio 6, 2011 by admin · Comment
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Con un aplomb quasi britannico nell’elegante salone del Circolo Artistico Politecnico Sergio Sciarelli, docente di economia e promotore insieme con Gianpaolo Leonetti e Mario Di Costanzo del movimento di opinione “Napoli per Napoli” ha presentato all’assemblea pubblica di cittadini interessati gli obiettivi, le richieste, le attese di questo movimento nei confronti dei candidati alle prossime elezioni comunali di maggio per un cambiamento politico-amministrativo ineludibile.

Clima di attenzione e consapevolezza, pacato e signorile, da gentiluomini senza alzare troppo la voce anche nel denunciare i guasti ed i mali della città, con qualche autocritica per non aver controllato l’agire degli amministratori eletti.

Complessa la società civile napoletana, da analizzare nelle sue diverse componenti virtuose o meno, che nel volgere di poche settimane in quarantamila partecipa alle primarie per il candidato sindaco del PD con le dilacerazioni che ne sono seguite, ed in 300 si raccoglie nel salone del Circolo Artistico Politecnico per esprimere sofferenza e insoddisfazione per i mali e la gestione della città.
Voice nel senso di protesta?
No, direi denuncia di strati professionali e borghesi, diversamente acculturati politicamente e socialmente collocati in ruoli di responsabilità.

Nel corso del 2008 per l’emergenza rifiuti – un ossimoro – abbiamo partecipato a ben altre infuocate assemblee con la presenza degli amministratori responsabili.

Più che entrare nel merito delle analisi e delle proposte formulate, riteniamo più opportuno riflettere sul clima e sulle caratteristiche sociali dei promotori del movimento e dei partecipanti all’assemblea che da un punto di vista sociologico rivelano gli interessi ed i condizionamenti delle stesse formulazioni di pensiero.

A questo proposito – a nostro avviso - riteniamo non corretta la definizione data dalla stampa del movimento come espressione del volontariato civile e cattolico, che sembra invece voler significare cittadini che, fuori delle aggregazioni politiche o partitiche, volontariamente si protendono nell’arena pubblica in occasione di elezioni amministrative con loro richieste e proposte dopo un certo silenzio ed assenza nel dibattito pubblico.

Una contraddizione con lo statuto della cittadinanza attiva e responsabile che non si esaurisce certo con la partecipazione al voto fino alla prossima tornata elettorale.

I promotori ed i partecipanti all’assemblea certo appartengono a categorie della borghesia di stampo professionale, imprenditoriale, accademico, e questa appartenza può spiegare l’insoddisfazione e l’attesa più volte ribadita di una città normale, che funzioni nei servizi essenziali e nella pubblica amministrazione, garantisca la sicurezza ed il civile svolgimento delle varie attività, assicuri il decoro urbano, trasparenza e partecipazione dei cittadini secondo esperienze sperimentate in altre città.

In questo contesto di stili di vita, si è fatto ripetutamente richiamo alle qualità dei pubblici amministratori, specialmente sotto il profilo della competenza che certo non guasta perché si tratta di gestire la macchina comunale con i suoi 13.000 dipendenti, ma non basta se manca una qualità ed una visione politica della mission di una città.

Una prima osservazione riguarda l’altra e maggioritaria parte della città che non è rappresentata, formata da un ceto medio in difficoltà per la crisi economica, dalle famiglie con lavori saltuari e precari, con numerosi figli a carico, dai pensionati poveri, dai giovani in cerca di lavoro, dai numerosi iscritti al casellario giudiziario, cioè da quella che è stata definita la “pancia” della città che non si conosce e con cui non si dialoga.
Chi rappresenta chi?
Amato Lamberti, sul filo di un’ analisi statistica delle stratificazioni sociali ha potuto dire che l’Amministrazione comunale garantisce solo il 10% dei cittadini, quelli appunto di stampo borghese.
Quali compiti, secondo le competenze comunali, si pongono per un’ integrazione nella modernità economica, sociale e civile di questi strati popolari e che non sia la riproduzione di misure assistenzialistiche che non risolvono le situazioni?

Una seconda osservazione, in questa prima presentazione del movimento si è insistito molto sulle qualità dei candidati a sindaco e della sua squadra funzionale ad un’ eventuale lista civica se i candidati presentati dai partiti non risponderanno alle attese, ma non è emersa quale città si prefigura, quale mission di Napoli nel contesto europeo, mediterraneo e di globalizzazione non solo economica.

Quando i social network facilitano ben altre proteste per il pane e la democrazia sulla rive africane del Mediterraneo e configurano secondo il linguaggio di M. Castells <> che reagiscono ad oppressioni prolungate che si vogliono scrollare.

Dopo la lista delle attese sulle qualità dei candidati alle prossime elezioni comunali, la domanda che si può porre, e che formulerei se fossi un candidato,
“Voi benemeriti cittadini che cosa ci mettete” per realizzare il cambiamento atteso in termini di partecipazione, responsabilità, attivazione di risorse, ed in questo caso di programmi con progetti di fattibilità.

E con qualche sacrificio per migliorare la condizioni dei ceti meno privilegiati della città.

Dio salvi Napoli, tutta Napoli!

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