Regione, intesa col Fondo europeo per spendere rapidamente 90 milioni
da la Repubblica Napoli, 10-05-2009
NOVANTA milioni da investire, in collaborazione con il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) della Banca Europea (Bei). Verranno trattati nell´ambito di un progetto denominato “Jeremie”, sottoscritto dalla Regione, per velocizzare l´accesso alle risorse europee da parte degli attori locali della sviluppo. Ottanta milioni sono per le attività produttive, dieci per le politiche sociali.
Altri 8 milioni sono stanziati dalla Regione per il piano esecutivo degli investimenti su opere pubbliche, presentato dal neoassessore Oberdan Forlenza. Ci saranno contributi per l´ammortamento di mutui, per progettazione e realizzazione di opere pubbliche, per ammodernamento di scuole e impianti sportivi. Seguirà un bando pubblico, con una preferenzialità per interventi di contenimento energetico e eliminazione delle barriere architettoniche. Infine la Regione è diventata anche socio fondativo dell´Eacp, una partnership europea sull´aerospaziale nata qualche giorno fa a Amburgo.
Mamma, auguri
La festa della mamma è una ricorrenza civile diffusa in tutto il mondo. In Italia cadeva regolarmente l’8 maggio, fin quando non si decise di fissarla alla seconda domenica di maggio.
Costituisce una festa molto antica, legata al culto delle divinità della fertilità degli antichi popoli politeisti, che veniva celebrato proprio nel periodo dell’anno in cui il passaggio della natura dal freddo e statico inverno al pieno dell’estate dei profumi e dei colori (e della prosperità nelle antiche civiltà contadine) era più evidente. Con l’andare del tempo questa festività dal tono religioso si è evoluta in una festa commerciale, talvolta anche in Sagra.
Negli Stati Uniti nel maggio 1870, Julia Ward Howe, attivista pacifista e abolizionista (della schiavitù), propose di fatto l’istituzione del Mother’s Day (Giorno della madre), come momento di riflessione contro la guerra. Fu ufficializzata nel 1914 dal presidente Woodrow Wilson con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio, come espressione pubblica di amore e gratitudine per le madri e speranza per la pace. La festa si è diffusa in molti Paesi del mondo, ma cambiano le date in cui è festeggiata.
In Italia fu celebrata per la prima volta nel 1957 da don Otello Migliosi ad Assisi, nel piccolo borgo di Tordibetto di cui era parroco. Migliosi la celebrò la seconda domenica di Maggio[1].
È morto padre Gianni Baget Bozzo
Prima vicino a Bettino Craxi, poi tra i consiglieri più ascoltati di Berlusconi
Editorialista su Panorama, aveva 84 anni. Fu per due volte parlamentare europeo per il Partito socialista
GENOVA - È deceduto padre Gianni Baget Bozzo, aveva 84 anni. È morto nel sonno nella sua abitazione privata di Genova. In casa c’era una persona che lo assisteva e ha scoperto la sua morte. I funerali, celebrati dall’arcivescovo di Genova cardinale Angelo Bagnasco, si svolgeranno lunedì prossimo alle 11,30 nella parrocchia Sacro Cuore di San Giacomo di Carignano, a Genova.
EUROPARLAMENTARE - Il sacerdote-giornalista era nato a Savona l’8 marzo 1925, dapprima vicino alla Democrazia cristiana, negli anni Ottanta si spostò su posizioni socialiste in quanto fortemente avverso al compromesso storico tra Dc e Partito comunista. Bettino Craxi lo candidò al Parlamento europeo nel 1984 e l’anno dopo venne sospeso a divinis dall’arcivescovo di Genova, cardinale Siri, che lo aveva ordinato sacerdote nel 1967. Venne eletto all’Europarlamento anche nel 1989.
DA MANI PULITE A BERLUSCONI - Dopo l’indagine Mani Pulite che travolse Craxi e il Partito socialista, si avvicinò a Silvio Berlusconi e fu tra i fondatori e ideologi di Forza Italia
-fonte-
corriere della sera
http://www.youtube.com/watch?v=N4HRhi5K56w
http://www.youtube.com/watch?v=N4HRhi5K56w
Supplica alla Madonna di Pompei
http://www.youtube.com/watch?v=9Zto0Q4EmTE
I. - O Augusta Regina delle vittorie, o Vergine sovrana del Paradiso, al cui nome potente si rallegrano i cieli e tremano per terrore gli abissi, o Regina gloriosa del Santissimo Rosario, noi tutti, avventurati figli vostri, che la bontà vostra ha prescelti in questo secolo ad innalzarvi un Tempio in Pompei, qui prostrati ai vostri piedi, in questo giorno solennissimo della festa dei novelli vostri trionfi sulla terra degl’idoli e dei demoni, effondiamo con lacrime gli affetti del nostro cuore, e con la confidenza di figli vi esponiamo le nostre miserie.
Deh! da quel trono di clemenza ove sedete Regina, volgete, o Maria, lo sguardo vostro pietoso verso di noi, su tutte le nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, su tutta la Chiesa; e vi prenda compassione degli affanni in cui volgiamo e dei travagli che ne amareggiano la vita. Vedete, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo ne circondano: quante calamità e afflizioni ne costringono! O Madre, trattenete il braccio della giustizia del vostro Figliuolo sdegnato e vincete colla clemenza il cuore dei peccatori: sono pur nostri fratelli e figli vostri, che costarono sangue al dolce Gesù, e trafitture di coltello al vostro sensibilissimo Cuore. Oggi mostratevi a tutti, qual siete, Regina di pace e di perdono.
Salve Regina.
II. - È vero, è vero che noi per primi, benché vostri figliuoli, coi peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù, e trafiggiamo novellamente il vostro Cuore. Sì, lo confessiamo, siamo meritevoli dei più aspri flagelli. Ma Voi ricordatevi che sulla vetta del Golgota raccoglieste le ultime stille di quel sangue divino e l’ultimo testamento del Redentore moribondo. E quel testamento di un Dio, suggellato col sangue di un Uomo-Dio, vi dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori. Voi, dunque, come nostra Madre, siete la nostra Avvocata, la nostra Speranza. E noi gementi stendiamo a Voi le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
Pietà vi prenda, o Madre buona, pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri fratelli estinti, e soprattutto dei nostri nemici, e di tanti che si dicono cristiani, e pur dilacerano il Cuore amabile del vostro Figliuolo. Pietà, deh! pietà oggi imploriamo per le nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, che torni pentito al cuor vostro. Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia.
Salve Regina.
III. - Che vi costa, o Maria, l’esaudirci? Che vi costa il salvarci? Non ha Gesù riposto nelle vostre mani tutti i tesori delle sue grazie e delle sue misericordie? Voi sedete coronata Regina alla destra del vostro Figliuolo, circondata di gloria immortale su tutti i cori degli Angeli. Voi distendete il vostro dominio per quanto son distesi i cieli, e a Voi la terra e le creature tutte che in essa abitano sono soggette. Il vostro dominio si estende fino all’inferno, e Voi sola ci strappate dalle mani di Satana, o Maria.
Voi siete l’Onnipotente per grazia. Voi dunque potete salvarci. Che se dite di non volerci aiutare, perché figli ingrati ed immeritevoli della vostra protezione, diteci almeno a chi altri mai dobbiamo ricorrere per essere liberati da tanti flagelli.
Ah, no! Il vostro Cuore di Madre non patirà di veder noi, vostri figli, perduti. Il Bambino che noi vediamo sulle vostre ginocchia, e la mistica corona che miriamo nella vostra mano, c’ispirano fiducia che noi saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in Voi, ci gettiamo ai vostri piedi, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, ed oggi stesso, sì, oggi da Voi aspettiamo le sospirate grazie.
Salve Regina.
Chiediamo la benedizione a Maria.
Un’ultima grazia noi ora vi chiediamo, o Regina, che non potete negarci in questo giorno solennissimo. Concedete a tutti noi l’amore vostro costante, e in modo speciale la vostra materna benedizione. No, non ci leveremo dai vostri piedi, non ci staccheremo dalle vostre ginocchia, finché non ci avrete benedetti.
Benedite, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Ai prischi allori della vostra Corona, agli antichi trionfi del vostro Rosario, onde siete chiamata Regina delle vittorie, deh! aggiungete ancor questo, o Madre: concedete il trionfo alla Religione e la pace alla umana società. Benedite il nostro Vescovo, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del vostro Santuario.
Benedite infine tutti gli Associati al vostro novello Tempio di Pompei, e quanti coltivano e promuovono la divozione al vostro Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria; Catena dolce che ci rannodi a Dio; Vincolo di amore che ci unisci agli Angeli; Torre di salvezza negli assalti d’inferno; Porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia; a te l’ultimo bacio della vita che si spegne. E l’ultimo accento delle smorte labbra sarà il nome vostro soave, Regina del Rosario della Valle di Pompei, o Madre nostra cara, o unico Rifugio dei peccatori, o sovrana Consolatrice dei mesti. Siate ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.
Salve Regina.
vero testo della Supplica scritta dal beato Bartolo Longo
http://www.youtube.com/watch?v=9Zto0Q4EmTE
FONDO “MARTA LOSITO – ANNO 2009”
Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale
Via Verdi, 26 – 38122 Trento, Italy - Tel. +39 0461/881322, Fax +39 0461/881348
FONDO “MARTA LOSITO – ANNO 2009”
ISTRUZIONI PER LA RICHIESTA DI AMMISSIONE AL
CONTRIBUTO ALLA MOBILITA’/RICERCA DI DOTTORANDI E POST-DOTTORATI
per l’anno 2009
Vista la delibera del Consiglio di Dipartimento di data 4.3.2009;
Vista la delibera della Giunta di Dipartimento di data 29.4.2009;
Vista la disponibilità del Fondo “Marta Losito” destinato al sostengo alle spese di mobilità e ricerca dei
dottorandi e post-dottorati del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale;
La Commissione di selezione, nominata dalla Giunta di Dipartimento , ha così stabilito:
ART. 1 – Destinatari
Possono richiedere un contributo di mobilità e ricerca sul Fondo “Marta Losito” i dottorandi iscritti alla
Scuola di dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale e i post- dottorati afferenti al Dipartimento. Ciascun
richiedente può presentare una sola domanda di ammissione al contributo.
ART. 2 – Finalità del contributo
Il contributo può essere richiesto per attività legate alla ricerca e alla (certificata) presentazione di
paper a convegni internazionali (quindi NON per la mera partecipazione) o anche per la
partecipazione a corsi specifici di formazione, purchè finalizzati alla ricerca che i richiedenti stanno
realizzando.
La Commissione valuterà la congruenza delle attività relative al contributo richiesto con le finalità per
cui è stato istituito il fondo in oggetto.
ART. 3 – Modalità di presentazione
Le domande di ammissione al contributo devono essere presentate (secondo il fac-simile allegato) –
presso la Segreteria del Dipartimento – entro e non oltre le ore 12.00 di mercoledì 3 giugno 2009 e
devono contenere:
- luogo e periodo;
- motivo della missione (seminari, convegni, corsi di formazione, altro);
- attività prevista in relazione alla missione ;
- preventivo di spesa;
- presentazione della ricerca o dello studio all’interno del quale si colloca l’attività per cui si richiede il
contributo;
- se co-finanziata su altri Fondi (indicare quali e entità);
- In caso di presentazione di paper a convegni internazionali, il paper dovrà essere allegato alla
domanda di contributo.
ART. 4 – Risultati
La Commissione provvederà alla valutazione delle domande pervenute e formulerà una lista degli
aventi diritto al contributo sulla missione/attività di ricerca richiesta. Il giudizio della Commissione è
insindacabile.
La Commissione si riserva altresì la possibilità di richiedere materiali/informazioni aggiuntive ai
richiedenti il contributo. Nel caso in cui, a fronte di un riconoscimento del contributo il richiedente non
sia in grado di produrre il paper e/o di prendere parte ai lavori per cui il contributo gli/le è stato
assegnato, il richiedente sarà responsabile del rimborso del contributo al Dipartimento.
La lista degli aventi diritto al contributo di mobilità sul Fondo “Marta Losito” per l’anno 2009 è
approvata dalla Giunta di Dipartimento.
Via Verdi, 26 – 38122 Trento, Italy - Tel. +39 0461/881322, Fax +39 0461/881348
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FONDO “MARTA LOSITO – ANNO 2009”
RICHIESTA DI AMMISSIONE AL
CONTRIBUTO ALLA MOBILITA’/RICERCA DI DOTTORANDI E POST-DOC
Alla Commissione di selezione
c/o Segreteria
Dipartimento Sociologia e Ricerca Sociale
Via Verdi 26
sede
Il/La sottoscritto/a _________________________________________________________________
□ iscritto/a alla Scuola di dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale;
□ borsista post-doc di Ateneo afferente al Dipartimento
□ borsista PAT post-doc afferente al Dipartimento
Chiede
di partecipare al Bando di ammissione al contributo di mobilità e ricerca sul Fondo “Marta Losito” – anno 2009 - emanato con Decreto del Direttore n. 12 di data 6.05.2009.
A tal fine dichiara che la missione per la quale si chiede il contributo si riferisce a:
Luogo della missione
_________________________________________________
Motivo della missione
□ seminario
□ convegno
□ corso di formazione
□ altro ____________________
Periodo
Dal ____________________ al ______________________
Attività prevista nella missione
Preventivo di spesa
Spese di viaggio: ______________________________
Spese di pernottamento: ______________________________
Spese di vitto: ______________________________
Quota di iscrizione: ______________________________
Altro ______________________________
TOTALE _______________________________
Co-finanziata su altri Fondi
□ no
□ si - indicare quale _________________________________
Responsabile del Fondo ______________________________
Allego alla presente domanda :
□ Presentazione della ricerca o dello studio all’interno del quale si colloca l’attivit
□ n. ____ paper
Trento, _______________________________ FIRMA
____________________________________
Opera don Guanella rischia la chiusura:Manca 1 milione, le istituzioni assenti
Il caso Il centro non avvierà le colonie estive per bambini
la situazione non riguarda solo il centro don Guanella.
L’Uneba conta solo a Napoli circa 60 centri, che complessivamente assistono 3 mila bambini. L’indebitamento complessivo è di circa 20 milioni di euro.
L’allarme di Don Aniello Manganiello che assiste 280 minori a rischio con piatti caldi, giochi e doposcuola
NAPOLI — All’Opera don Guanella di Scampia, dove il presidente della Camera Gianfranco Fini si recò in visita il 28 novembre scorso per inaugurare un campetto di calcio, non arriva un euro dal settembre del 2007. Ora il centro diretto da don Aniello Manganiello, che assiste 280 minori a rischio fornendo loro un piatto caldo, un posto dove giocare, un doposcuola, laboratori di teatro, musica e informatica, ha accumulato un milione e 200 mila euro di debiti. Gli interessi maturati nei confronti delle banche sono enormi, e anche i padri superiori non hanno più un centesimo da prestare. Perché finora, è bene dirlo, i superiori hanno prestato i soldi di tasca propria sperando poi di riaverli.
«Non andremo molto in là — commenta rassegnato don Aniello — Il Comune non ci paga le rette, e non sappiamo più come garantire il servizio di refezione ai nostri ragazzi, pagare i quindici educatori che li seguono, i pulmini che li vanno a prendere a scuola e li portano qui. Continueremo a sostenere le spese fin quando gli ultimi prestiti ottenuti ci consentiranno di farlo, dopodiché non ci resterà che chiudere». Tempo di autonomia, «fino a giugno, quando chiuderà l’anno scolastico».
Dopodiché i minori, per forza di cose, verranno lasciati a se stessi. Ma la situazione non riguarda solo il centro don Guanella, come assicura il contabile della struttura di Scampia, don Francesco, che fa parte del consiglio direttivo dell’Uneba (sigla che raggruppa associazioni cristiane di assistenza sociale) con la quale il centro di don Aniello è consorziato: «L’Uneba conta solo a Napoli circa 60 centri, che complessivamente assistono 3 mila bambini. L’indebitamento complessivo è di circa 20 milioni di euro. Noi al don Guanella ci siamo esposti con le banche, abbiamo chiesto soldi ai padri superiori, ora non sappiamo più come regolarci. Quel che è certo è che in questa situazione non possiamo pensare di avviare le attività estive: i bambini non andranno al mare, non ci sarà alcuna colonia né soggiorni montani. Terminata la scuola, i primi di giugno questi minori resteranno per strada». La spesa mensile del don Guanella si aggira sui 100 mila euro, calcolando anche le utenze di acqua, luce e gas, oltre ai servizi di assistenza sociale.
L’anno scorso il centro è stato l’unico a garantire ai minori un’esperienza estiva residenziale. Dieci giorni in Puglia, al mare, lontano dalla strada, insieme con gli amici e con gli educatori. «Ciò che più ci sorprende — prosegue don Francesco — è questo silenzio assoluto da parte delle istituzioni di fronte a una situazione che è davvero gravissima». Tanto grave che, aggiunge don Aniello Manganiello, «alcune piccole congregazioni di suore, non potendo proseguire nelle attività di assitenza sono già state costrette a interromperle ».
Stefano Piedimonte
fonte
corriere del mezzogiorno
1° maggio: Festa dei Lavoratori tra precariato e lavoro nero
Il 1° Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, per affermare i propri diritti e per migliorare la propria condizione.Oggi parlarne ha un senso non solo per conservarne la memoria storica, ma per il contenuto, il significato che essa rappresenta in termini di coscienza di classe e di lotta degli sfruttati per riconquistare diritti e dignità rubati.
Oggi si parla sempre di lavoro precario, spesso dimenticando un’altra grande piaga di questo paese: il lavoro in nero. La mafia si mantiene e si sostiene anche attraverso lo sfruttamento di moltissimi lavoratori.
Delle migliaia di persone occupate in Sicilia, solo una piccolissima percentuale avrebbe un contratto di lavoro a tempo indeterminato. E anno dopo anno cresce esponenzialmente la nuova schiavitù, che vede vittime inconsapevoli tutti quegli immigrati, sfruttati per pochi euro e senza alcuna garanzia, gli operai che lavorano nei cantieri senza alcuna sicurezza, ragazzi condannati ad un precariato eterno.
Ma il primo maggio per noi siciliani è anche Portella delle Ginestra, dove quest’anno si ricorda il 62° anniversario dell’eccidio ordinato dalla mafia di in Sicilia. L’attentato costò la vita a undici braccianti convenuti in quel luogo simbolo della lotta dell’occupazione delle terre per festeggiare la festa del lavoro e il riscatto della dignità di chi lavora.
Sulla scia di Portella della Ginestra, assume una valenza particolare parlare di lavoro nero e precario, in quanto è evidente il filo rosso che lega questi nuovi schiavi che oggi si ribellano alla destrutturazione del mercato del lavoro, con le lotte dei contadini che proprio a Portella si ribellavano al potere costituito di mafiosi ed agrari che li costringevano ad una esistenza precaria e sfruttata, così come oggi il caporalato di allora viene ripreso e legalizzato con l’apertura delle agenzie interinali.
Ecco perché il primo maggio diventa un giorno importante per tutti i lavoratori, per ricordare sempre a chi ci governa che il lavoro nobilita l’uomo, è fonte della sua libertà e della sua autonomia. Per pretendere condizioni di lavoro più umane, più civili, più rispettose dei bisogni e della dignità di tutti. Per immaginare un’Italia migliore.
Il Primo maggio: storia e significato di una ricorrenza
Per non dimenticare
Origini del Primo maggio�
Tra Ottocento e Novecento�
Il Ventennio fascista�
Dal dopoguerra a oggi�
| Origini del Primo maggio |
| Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889, a Parigi. A lanciare l’idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese :� “Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi”.� Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Man mano che ci si avvicina al 1 maggio 1890 le organizzazioni dei lavoratori intensificano l’opera di sensibilizzazione sul significato di quell’appuntamento. “Lavoratori - si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 - ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora. Viva la rivoluzione sociale! Viva l’Internazionale!”.� Monta intanto un clima di tensione, alimentato da voci allarmistiche: la stampa conservatrice interpreta le paure della borghesia, consiglia a tutti di starsene tappati in casa, di fare provviste, perché non si sa quali gravi sconvolgimenti potranno accadere. Da parte loro i governi, più o meno liberali o autoritari, allertano gli apparati repressivi. In diverse località, per incoraggiare la partecipazione del maggior numero di lavoratori, si è infatti deciso di far slittare la manifestazione alla giornata festiva. Del resto si tratta di una scommessa dall’esito quanto mai incerto: la mancanza di un unico centro coordinatore a livello nazionale - il Partito socialista e la Confederazione generale del lavoro sono di là da venire - rappresenta un grave handicap dal punto di vista organizzativo. Non si sa poi in che misura i lavoratori saranno disposti a scendere in piazza per rivendicare un obiettivo, quello delle otto ore, considerato prematuro da gran parte dei dirigenti del movimento operaio italiano o per testimoniare semplicemente una solidarietà internazionale di classe. Proprio per questo la riuscita del 1 maggio 1890 costituisce una felice sorpresa, un salto di qualità del movimento dei lavoratori,che per la prima volta dà vita ad una mobilitazione su scala nazionale, per di più collegata ad un’iniziativa di carattere internazionale. In numerosi centri, grandi e piccoli, si svolgono manifestazioni, che fanno registrare quasi ovunque una vasta partecipazione di lavoratori. Un episodio significativo accade a Voghera, dove gli operai, costretti a recarsi al lavoro, ci vanno vestiti a festa.�
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| Tra Ottocento e Novecento |
| Inizia così la tradizione del 1 maggio, un appuntamento al quale il movimento dei lavoratori si prepara con sempre minore improvvisazione e maggiore consapevolezza. L’obiettivo originario delle otto ore viene messo da parte e lascia il posto ad altre rivendicazioni politiche e sociali considerate più impellenti. La protesta per le condizioni di miseria delle masse lavoratrici anima le manifestazioni di fine Ottocento. Il 1 maggio 1898 coincide con la fase più acuta dei “moti per il pane”, che investono tutta Italia e hanno il loro tragico epilogo a Milano. Nei primi anni del Novecento il 1 maggio si caratterizza anche per la rivendicazione del suffraggio universale e poi per la protesta contro l’impresa libica e contro la partecipazione dell’Italia alla guerra mondiale.Si discute intanto sul significato di questa ricorrenza: giorno di festa, di svago e di divertimento oppure di mobilitazione e di lotta ?
Un binomio, questo di festa e lotta, che accompagna la celebrazione del 1 maggio nella sua evoluzione più che secolare, dividendo i fautori dell’una e dell’altra caratterizzazione. Qualcuno ha inteso conciliare gli opposti, definendola una “festa ribelle”, ma nei fatti il 1 maggio è l’una e l’altra cosa insieme, a seconda delle circostanze più lotta o più festa. Il 1 maggio 1919 i metallurgici e altre categorie di lavoratori possono festeggiare il conseguimento dell’obiettivo originario della ricorrenza: le otto ore.�
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| Il ventennio fascista |
| Nel volgere di due anni però la situazione muta radicalmente: Mussolini arriva al potere e proibisce la celebrazione del 1 maggio. Durante il fascismo la festa del lavoro viene spostata al 21 aprile, giorno del cosiddetto Natale di Roma; così snaturata, essa non dice più niente ai lavoratori, mentre il 1 maggio assume una connotazione quanto mai “sovversiva”, divenendo occasione per esprimere in forme diverse - dal garofano rosso all’occhiello alle scritte sui muri, dalla diffusione di volantini alle bevute in osteria - l’opposizione al regime. |
| Dal dopoguerra a oggi |
| All’indomani della Liberazione, il 1 maggio 1945, partigiani e lavoratori, anziani militanti e giovani che non hanno memoria della festa del lavoro, si ritrovano insieme nelle piazze d’Italia in un clima di entusiasmo. Appena due anni dopo il 1 maggio è segnato dalla strage di Portella della Ginestra, dove gli uomini del bandito Giuliano fanno fuoco contro i lavoratori che assistono al comizio. Nel 1948 le piazze diventano lo scenario della profonda spaccatura che, di lì a poco, porterà alla scissione sindacale. Bisognerà attendere il 1970 per vedere di nuovo i lavoratori di ogni tendenza politica celebrare uniti la loro festa.
Le trasformazioni sociali, il mutamento delle abitudini ed anche il fatto che al movimento dei lavoratori si offrono altre occasioni per far sentire la propria presenza, hanno portato al progressivo abbandono delle tradizionali forme di celebrazione del 1 maggio. Oggi un’unica grande manifestazione unitaria esaurisce il momento politico, mentre il concerto rock che da qualche anno Cgil, Cisl e Uil organizzano per i giovani sembra aderire perfettamente allo spirito del 1 maggio, come lo aveva colto nel lontano 1903 Ettore Ciccotti:�
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fonte: Cgil di Roma e del Lazio - Archivio Storico “Manuela Mezzelani”
Centrale biomasse Pignataro, 23 arresti indagato l’assessore regionale Cozzolino
Il maltempo non dà tregua Frane e fiumi straripati
In Piemonte e in Lombardia preoccupa il livello del Po e del Ticino
Nel Pavese è crollata una palazzina: disperso un uomo di 70 anni
ROMA - L’Italia continua a essere spazzata da un’ondata di maltempo proveniente dall’Atlantico che sta provocando allagamenti e frane, ingenti danni e gravi problemi. Ieri due persone hanno perso la vita a causa del forte vento in Sicilia mentre in Lombardia un anziano risulta disperso tra le macerie di una palazzina crollata a Broni, nel Pavese, a causa di uno smottamento. In Piemonte diversi fiumi e torrenti sono straripati.
Ieri raffiche di scirocco che hanno soffiato fino a 120 chilometri orari hanno mandato in tilt la Sicilia. A Palermo un custode del parco comunale di Villa Trabia è morto dopo essere stato colpito dal ramo di un albero caduto a causa dal fortissimo vento. Rosario Cona, 63 anni, stava chiudendo il cancello d’ingresso della villa dove erano già caduti altri rami. L’altro incidente mortale ha avuto luogo a Rometta Marea (Messina), dove un uomo, Rosario La Spina, 62 anni, è rimasto schiacciato sotto da un cancello di ferro di un’abitazione uscito dai binari per il vento. All’aeroporto di Palermo alcuni voli sono stati cancellati o dirottati su altri scali e la torre di controllo è stata evacuata per 10 minuti nella mattinata a causa delle oscillazioni della struttura provocate dalle intense raffiche di vento. Sempre a causa del vento, da domenica sera sono isolate le isole minori della Sicilia, Lampedusa, Pantelleria, Ustica, Egadi e Eolie.
Risalendo la penisola la situazione resta difficile. Un camion si è ribaltato sulla A3 in Calabria causando la chiusura dell’autostrada tra Bagnara Calabra e Scilla (Reggio Calabria).
Sempre ieri, in Campania sono stati sospesi per alcune ore tutti i collegamenti marittimi tra Napoli e Ischia. E a partire dalla serata sono previste piogge intense su tutto il territorio regionale.
Disagi per il vento anche all’aeroporto di Fiumicino (Roma), dove alcuni voli hanno accusato ritardi. Al Nord è pericolo valanghe, classificato come ‘forte’ (grado quattro su una scala di cinque) in Valle d’Aosta. Pericolo anche in Veneto e in Trentino (’marcato’, grado tre).
A Broni, in Lombardia, una frana si è staccata da una collina e ha provocato il crollo di una palazzina di due piani. In quel tratto scorre il torrente Rile, le cui acque si sono ingrossate a causa delle abbondanti piogge. Le famiglie che abitano nell’edificio si sono messe in salvo. Un uomo di 70 anni risulta invece disperso. Si tratta di un abitante della casa accanto a quella crollata che era sceso in strada per vedere il corso d’acqua in piena. I soccorsi sono scattati immediatamente ma il rischio di nuovi smottamenti complica le ricerche. Il maltempo ha provocato allagamenti e frane in tutto l’Oltrepo pavese. Il Po è salito di tre metri e si è alzato anche il livello del Ticino.
Problemi anche nel Comasco. Due famiglie (cinque eprsone in tutto) sono state allontanate dalle loro case a Capiago Intimiano, dove le prolungate e forti precipitazioni hanno provocato il cedimento di un muro che arginava il terrapieno su cui sorge una palazzina a due piani.
In Piemonte il Tanaro è straripato ieri sera nella piana di Castello d’Annone, a dieci chilometri da Asti. L’acqua ha invaso campi e prati ma finora non sta minacciando le case. Allarme anche ad Alessandria e dintorni.
Preoccupa anche il Po e a Torino l’innalzamento dei livelli (che oggi, secondo le previsioni dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, toccherà il culmine restando a livelli di “elevata criticità“) ha portato alla chiusura dei locali pubblici sul lungofiume e ad allagamenti nei parchi.
In Liguria tre località dell’entroterra genovese sono bloccate per una grossa frana caduta lungo la strada. A Ventimiglia (Imperia) due persone sono rimaste ferite per una frana caduta su un’auto in transito.
Migliora la situazione a Venezia: il centro maree del Comune ha cambiato le sue stime portando la punta massima prevista sul medio mare da 130 a 120 centrimetri. Circa il 30% del suolo cittadino è stato interessato al fenomeno dell’acqua alta. Comunque non sono stati segnalati particolari problemi.
Per il brusco abbassamento delle temperature il sindaco di Bolzano ha prorogato i termini per l’accensione dei termosifoni.
(28 aprile 2009) Tutti gli articoli di cronaca
