CAMPANIA:Taciuti troppo a lungo i danni provocati dall’ambiente

Febbraio 21, 2010 by admin · Comment
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rassegna stampa
di Maurizio Patriciello dall’Avvenire

E’ domenica, ma la campana della chiesa non canta, geme.
Teresa se ne è andata. Aveva 47 anni, e tanta voglia di portare a termine la sua missione di moglie, di mamma, di maestra. a lottato, ha sperato, si è aggrappata alle bugie pietose che le raccontavano i figlioli. Teresa è morta. Di cancro.
Come di cancro sono morti Salvatore, che di anni ne aveva 34, e Francesca, che è arrivata a 39. Nunzio, invece, ce l’ha fatta a superare la cinquantina, anche se solo di pochi mesi.
I parroci furono tra i primi ad accorgersi che qualcosa non andava.
Troppi i funerali celebrati, troppi i morti con diagnosi sempre uguali.
In Campania occorre darsi da fare per realizzare il progetto della vita perché non solo si vive male, ma si vive meno. Lo avevano capito i preti, specialisti in niente, ma armati di quel buon senso che li porta a diffidare di ogni ideologia ed a mettersi in ascolto della gente vera.
Avevano provveduto, com’è nel loro stile, con discrezione, a riferirlo a politici e medici locali.
Niente.
Ne avevano parlato dall’Altare. Avevano stampato volantini come questo: « Ci state uccidendo. Lentamente. Miseramente. Stupidamente. Morir di puzza. Che morte ignominiosa. Che morte miserabile. Che vergognosa morte…>).
Niente.
Qualche amministratore con il bronzo al posto della faccia informava i cittadini: «E vero, si sente il tanfo, ma è inevitabile abitando a ridosso di un cdr. Per , state tranquilli, è fastidioso, ma non è nocivo per la salute…», Il tempo dell’emergenza rìfiuti costrinse il governo ad aprire gli occhi sulla Campania.
Si prendeva atto che a livello locale il problema non sarebbe stato risolto mai. L’immondizia scomparve dalle strade e con essa fu messo a tacere anche l’allarme per la salute.
Chi continuava ad insistere, venne tacciato di impaurire inutilmente la gente per chissà quali reconditi motivi. Non andava fatto.
E tanti non lo fecero. C’erano, sì, voci di rifiuti tossici.
Ma erano e sono tuttora solo voci, Chi possiede le mappe dei siti dove questi veleni furono occultati? Stavolta si comincia ad alzare la voce: in Campania, salute a rischio.
In un conveno promosso dall’Ordine dei medici di Napoli e dai Medici per l’Ambiente lunedì scorso, scienziati italiani di chiara fama, sulla scottante materia rivelano i primi dati allarmanti:
«Diossina nel latte materno; aumento delle mastectomie per cancro della mammella;
aumento dei tumori nei bambini e aumento del 300% in otto anni della spesa farmaceutica presso l’istituto dei tumori di Napoli».
Il coordinatore campano dei medici per l’ambiente, Gaetano Rivezzi, ha dichiarato che è stato stimato che il 24% delle patologie ha una causa ambientale.
Alla fine del convegno, è stato chiesto un osservatorio presso l’Ordine dei medici con l’Associazione dei medici per l’ambiente per avviare le ricerche e tutelare la salute dei cittadini campani.
Dobbiamo recuperare il nostro ruolo di educatori e promotori della salute anche dicendo la verità sui guasti dell’ambiente nella nostra regione .
Verrebbe da dire: finalmente!
Ritornano in mente le parole del Papa: rubare e mentire sono atti non umani.
In Campania si è mentito ai cittadini tenendoli all’oscuro ed inquinando, oltre all’ambiente, anche le notizie. Si è mentito a volte per rubare: atti che di umano non hanno niente.
Si è fatto di tutto per distogliere l’attenzione della gente dai veri problemi che affliggevano e affliggono la regione.
Consola, e non poco, la presa di coscienza e la buona volontà della classe medica napoletana.

Ci piace sperare che a quella medica si unisca la classe politica, votata da cittadini che, nonostante tutto, continuano a credere che ancora esistono persone che sanno e vogliono governare bene. Senza rubare e senza mentire